giovedì 7 maggio 2015

Brevetto di Capo


Con grande gioia la Direzione di Gruppo annuncia (con un po' di ritardo) che, il Consiglio Direttivo dell'Associazione Italiana Guide e Scouts Cattolici d'Europa, meglio conosciuta come Scout d'Europa (o più semplicemente F.S.E.), in data 21 Marzo 2015  ha nominato il Capo Sebastiano Tomarchio  Capo Clan dell'Associazione, rilasciando il Brevetto!
Siamo davvero orgogliosi per questa nomina che non è la fine di un cammino, ma l'inizio di un Servizio verso Dio sempre più maturo!
Vogliamo augura al nostro Capo le seguenti parole del nostro fondatore:
"Per servire le prime cose da procurarti sono un paio di scarpe forti, ed un cuore generoso"

mercoledì 25 febbraio 2015

Brevetti di Aiuto Capo

Con grande piacere il Capo Gruppo annuncia che l'Associazione Italiana Guide e Scouts Cattolici d'Europa, meglio conosciuta come Scout d'Europa o più semplicemente F.S.E., ha rilasciato alle Capo Laura Guzzetta e Roberta Rita Carolina Puglisi il Brevetto di Aiuto Capo Fuoco!
Laura e Roberta hanno saputo veramente mettersi in gioco verso questa nuova grande avventura che è iniziata nel 2013 quando, il nostro Gruppo, all'epoca Catania 1 (ASCI - Esploratori e Guide d'Italia), decise di passare agli Scout d'Europa sposandone il metodo e prendendo il nome di Catania 3 "San Giorgio"!
Brave ragazze, ricordate le parole del nostro Fondatore:

"Il nostro guardare lontano è legato al nostro essere continuamente in cammino, alla ricerca, ma è anche guardare ogni tanto indietro per rivedere quale sentiero abbiamo seguito, se abbiamo lasciato le cose meglio di come le avevamo trovate. Dopo aver guardato indietro riguardare di nuovo lontano e accorgersi che si può guardare ancora più lontano." 
Lord Baden Powell


martedì 25 novembre 2014

Comunicazione a tutto il Gruppo!


Vi informiamo che il 29 e il 30 Novembre 2014 il Gruppo Scout Catania 3 non farà attività con i ragazzi, in quanto i Capi sono impegnati a Milo con tutto il Distretto Sicilia Orientale, per la loro formazione.
Le attività riprenderanno regolarmente la settimana successiva!
Inoltre ne approfittiamo per ricordarvi che il termine ultimo per i censimenti è il 7 Dicembre.
                                                                                                                             
                                                                                                                                                                                                                           Buona Strada
                                                                                                                               Il Capo Gruppo
                                                                                                                         Sebastiano Tomarchio

martedì 9 settembre 2014

Anno Scout 2014-15... Si ricomincia!


Sono aperte le iscrizioni al Gruppo Scout F.S.E. Catania 3, presso la parrocchia Beato Padre Pio da Pietrelcina, Stradale Cardinale, 31 95121 Catania.
Per tutti i ragazzi e ragazze dagli 8 anni fino ai 18.

Per maggiori informazioni chiamare al 347 72 22 624.

Inoltre riprenderemo le attività del nuovo anno scout giorno 23 Settembre alle ore 17.30 presso la nostra parrocchia.


L'iscrizione al Gruppo Scout è valida anche come formazione per ricevere i Sacramenti della Comunione e della Cresima.

sabato 14 settembre 2013

Apertura Iscrizioni Anno Scout 2013/2014

                                                                                        
Sono aperte le iscrizioni al Gruppo Scout F.S.E. Catania 3, presso la parrocchia Beato Padre Pio da Pietrelcina, Stradale Cardinale, 31 95121 Catania. Per tutti i ragazzi e ragazze dagli 8 anni fino ai 18. 
Per maggiori informazioni chiamare il Capo Gruppo al 347 72 22 624

L'iscrizione al Gruppo Scout è valida anche come formazione per ricevere i Sacramenti della Comunione e della Cresima.

venerdì 26 luglio 2013

Decisione Consiglio Direttivo F.S.E.

Caro Sebastiano,
con vero piacere ti confermo che il Consiglio Direttivo ha autorizzato in data 21 luglio 2013 il vostro Gruppo a fare parte della nostra Associazione, così come da voi richiesto.
A breve riceverai l'atto ufficiale.
Permettimi, a titolo personale, di felicitarmi di questa vostra scelta e ti comunico che farò quanto nelle mie possibilità per favorire il vostro inserimento in Associazione per la buona riuscita del vostro servizio, nello scoutismo, per la Gloria di Dio a servizio della Chiesa.
Estendi queste mia gioia al vostro Assistente e agli altri Capi e Capo del Gruppo che spero presto di incontrare.
Buona strada in questa ulteriore, nuova, avventura.

   Matteo Rampulla
Segretario Generale    





    

martedì 23 luglio 2013

Dall'AEGI alla F.S.E.

Con decisione unanime il gruppo Catania 1 AEGI ha deciso di cambiare associazione e passare agli  Scout d'Europa prendendo il nome di Catania 3 "San Giorgio".
Questa decisione, sofferta, ma necessaria e' stata presa per dare, ai Capi e ai ragazzi, un'associazione che funzioni e ben strutturata, cose che spesso, in passato, sono venute a mancare.
                                                                                                                                       Buona Strada
                                                                                                                                        Il Capo Gruppo
                                                                                                                           Sebastiano Tomarchio
                         


giovedì 27 ottobre 2011

Interpretazioni del Vangelo

L'Arcivescovo di Palermo Pappalardo raccontava di aver assistito un giorno per strada alla scena seguente.

Uno dei suoi parroci viene fermato per strada da uno dei capi mafiosi del quartiere, che lo apostrofa duramente:

- Ma che cosa si è sognato di insegnare a mio figlio a catechismo? Che quando uno gli dà uno schiaffo gli porga anche l'altra guancia?

- Beh - risponde il prete sconcertato - c'è scritto nel Vangelo.

- Ah sì? E allora prenda questa - e gli allunga una sventola. - E anche questa - e gliene rifila un'altra dall'altra parte.

Il prete, però, dopo un attimo di esitazione, si riprende e gli rende i ceffoni, dicendogli:

- Sta anche scritto: «Nella misura in cui avrete misurato sarà misurato anche a voi». E: «Date e è vi dato» - e di seguito un'altro paio di citazioni azzeccate.

L’accompagnatore del cardinale, per rassicurarlo, lo trascinò via prendendolo sotto braccio e mormorandogli in tono confidenziale:

- Non è nulla, Eminenza. Stanno solo cercando di interpretare insieme la Scrittura...

domenica 16 ottobre 2011

GING GANG GOOLI

Durante il primo Jamboree Mondiale B.-P. stava cercando un canto che tutti potessero cantare senza che i differenti linguaggi fossero un problema. Ging Gang Gooli fu il risultato:
non è in nessuna lingua conosciuta ed è molto divertente. La storia che accompagna questo canto, diffusissimo nello Scautismo di tutti i Paesi, è stata creata certamente molto dopo la sua nascita, ma, a tanti anni di distanza, è ancora simpatica e si può tranquillamente usare per introdurre Ging Gang Gooli durante un fuoco di campo.
Nel profondo dell’Africa nera si racconta una leggenda che riguarda il Fantasma del Grande Elefante Grigio.
Ogni anno, al termine della stagione delle piogge, il fantasma del grande elefante grigio usciva dalle nebbie e se ne andava in giro dappertutto fino all’alba. Quando arrivava ad un villaggio, si fermava ad annusare l’aria, poi decideva se attraversare il villaggio o girargli attorno. Se avesse girato attorno al villaggio esso avrebbe avuto un anno prospero, attraversandolo avrebbe portato siccità e carestia. Il villaggio di War-Cha era stato attraversato per tre anni di fila dall'elefante ed infatti le cose andavano decisamente male.
Il Capo del villaggio, Ging-Ganga era molto preoccupato, così come lo era lo stregone Hay-lay-shay. Assieme, i due decisero di fare qualcosa per risolvere il problema. Ora, Ging-Ganga e i suoi guerrieri, che erano uomini imponenti armati di lance e grandi scudi, decisero di mettersi sul percorso dell’elefante e di sbattere assieme le loro lance e gli scudi per spaventarlo. Hay-lay-shay e i suoi si apprestarono a lanciare degli incantesimi, agitando i loro amuleti , all’arrivo dell’elefante per farlo allontanare. Gli amuleti roteando producevano il suono: shalawally, shalawally, shalawally. All’alba di un certo giorno il Fantasma del Grande Elefante Grigio arrivò: gli abitanti si radunarono all’estremità del villaggio, da un lato stava Ging-Ganga con i suoi guerrieri, sull’altro c’era Hay-la-shay con i suoi.
Mentre aspettavano, i guerrieri, per farsi coraggio, incitavano a bassa voce il loro Capo cantando: Ging-gang gooli, gooli, gooli, gooli, watcha, Ging-gang goo,
Ging-gang goo, ging-gang gooli, gooli, gooli, gooli, watcha, Ging-gang gooli,
Ging-gang goo.
A loro volta gli uomini dello stregone aspettando incitavano il loro capo con il canto:
Hey-la, Hey-la sheyla, Hey-la ho, Hey-la, Hey-la sheyla, Hey-la sheyla, Hey-la ho.
Contemporaneamente agitavano i loro amuleti: Shalli-walli, shalli-walli, shalli-walli,
shalli-walli.
Dal fiume arrivò improvviso il barrito del possente Fantasma del Grande Elefante
Grigio: Oompa, oompa, oompa…
L’elefante si fece più vicino : così i guerrieri percuotendo i loro scudi cantarono più forte: Ging-gang gooli, gooli, gooli, gooli, watcha, Ging-gang goo, Ging-gang goo, ging-gang gooli, gooli, gooli, gooli, watcha, Ging-gang gooli, Ging-gang goo.
Allora lo stregone e i suoi si alzarono e cantando con voce profonda: Hey-la, Hey-la sheyla, Hey-la ho, Hey-la, Hey-la sheyla, Hey-la sheyla, Hey-la ho… agitarono i loro amuleti: Shalli walli, shalli-walli, shalli-walli, shalli-walli. Così il possente Fantasma del Grande Elefante Grigio si spaventò, si girò su sé stesso e uscì dal villaggio barrendo: Oompa, oompa, oompa…
Ci fù allora un’esplosione di gioia nel villaggio e tutti gli abitanti per festeggiare lo scampato pericolo e la fine della carestia si misero a cantare insieme:
Ging-gang gooli, gooli, gooli, gooli, watcha,
Ging-gang goo, Ging-gang goo,
ging-gang gooli, gooli, gooli, gooli, watcha,
Ging-gang goo, Ging-gang goo.
Hey-la, Hey-la sheyla,
Hey-la sheyla Hey-la ho,
Hey-la, Hey-la sheyla,
Hey-la sheyla, Hey-la ho.
Shalli-walli, shalli-walli, shalli-walli, shalli-walli
Oompa, oompa, oompa…
Storia raccolta da Hathi

domenica 26 giugno 2011

STORIA CORPUS DOMINI

Nel 1191, circa 4 anni prima di S. Antonio di Padova, in Belgio nasce Giuliana, una bambina che divenuta orfana viene adottata dalle suore e a 16 anni decide di diventare suora. Qualche anno dopo mentre pregava le appare la luna con una macchia scura al centro. Gesù le rivela che la luna rappresenta la chiesa con tutte le sue feste liturgiche e la macchia nera indica una carenza: la festa del Corpus Domini. Per 20 anni mantiene il segreto. Poi lo confida a due sue amiche con le quali inizia a condividere il suo amore per Gesù Eucaristia. Il suo direttore spirituale presenta al vescovo la richiesta di introdurre nella diocesi una festa in onore del Corpus Domini, e la richiesta verrà accettata nel 1246.

Nel 1263 un sacerdote boemo, dell’attuale Repubblica Ceca, cui la tradizione dà il nome di Pietro da Praga, il quale in quel tempo di controversie teologiche sul mistero eucaristico fu assalito da dubbi sulla reale presenza di Cristo nel pane e nel vino consacrato. Per trovare finalmente pace, risolse nel suo animo di intraprendere un lungo pellegrinaggio di penitenza e meditazione alla volta di Roma per pregare sulla tomba di San Pietro. Dopo aver pregato sulla tomba del principe degli apostoli, rinfrancato nello spirito riprese il viaggio di ritorno verso la sua terra. Lungo la via Cassia, si fermò a dormire a Bolsena nei pressi del chiesa di Santa Cristina e per ringraziare Iddio, il mattino seguente, chiese di celebrare la S. Messa. Durante la celebrazione, dopo la consacrazione, alla frazione dell'Ostia, apparve ai suoi occhi un prodigio al quale da principio non voleva credere. Quell'Ostia che teneva tra le mani era diventata carne da cui stillava miracolosamente abbondante sangue. Impaurito e nello stesso tempo pieno di gioia cercò di nascondere ai rari presenti quello che stava avvenendo: concluse la celebrazione, avvolse tutto nel candido corporale di lino usato per la purificazione del calice che si macchiò immediatamente di sangue e fuggì verso la sagrestia. Ma durante il tragitto alcune gocce di sangue caddero sul pavimento tradendo la segretezza del prodigio. Il sacerdote andò dal papa che si trovava ad Orvieto il quale mandò a Bolsena, tra gli altri, S.Tommaso d’Aquino e S.Bonaventura da Bagnoregio a verificarne la veridicità. Nel 1264, il 19 giugno viene fatta una solenne processione guidata dallo stesso pontefice in cui il sacro lino macchiato del sangue di Cristo era portato per le vie della città e da allora si perpetua fino ad oggi tutte le domeniche del Corpus Domini (Santi e Beati). A seguito di questo miracolo, nel 1264, con la Bolla "Transiturus de hoc mundo", Urbano IV decretò che la festa del Corpo del Signore fosse celebrata ogni anno in tutto il mondo cristiano e venne edificato il Duomo di Orvieto, provincia di Terni, in umbria, dove sono conservate le reliquie: l’ostia divenuta carne, il corporale e il marmo macchiato di sangue.


http://www.mariadinazareth.it/miracolo%20eucaristico%20bolsena.htm


In seguito la popolarità della festa crebbe grazie al Concilio di Trento, si diffusero le processioni eucaristiche e il culto del Santissimo Sacramento al di fuori della Messa.

giovedì 23 giugno 2011

AFRICA JAMBOREE

AFRICA JAMBOREE

Africa Jamboree Logo

E' con piacere che riceviamo la richiesta da parte dell'intendenza dell' Africa Jamboree di ottenere il nostro patrocinio: la nostra Associazione ne darà quindi uno "doppio": uno da parte del clan di Giunglasilente e l'altro da parte di A.S.C.I. - ESPLORATORI E GUIDE D'ITALIA. La fattiva collaborazione di A.S.C.I. - ESPLORATORI E GUIDE D'ITALIA si è fatta sentire già dalla prima riunione in cui un nostro delegato, Umberto Maria Fantò ed un membro della Giunglasilente hanno già gettato le fondamenta per l'organizzazione di questo grandioso evento.
A.S.C.I. - ESPLORATORI E GUIDE D'ITALIA si sta già organizzando internamente per dare maggior appoggio possibile all'iniziativa. Siamo lieti quindi di dare il nostro patrocinio ad un evento così bello, esteso e trasversale, come fino ad ora non se ne erano mai visti.
La cosa ci allieta ancor di più anche perchè accade proprio in concomitanza con la firma della carta dello Scoutismo Italiano, altro evento a cui A.S.C.I. - ESPLORATORI E GUIDE D'ITALIA ha partecipato, perchè invitata e presa in considerazione.
Siamo lieti infine di comunicare che è già stata scelta la sede della prossima riunione di preparazione, che sarà presso la nostra base scout di Ripatransone, dal 25 al 26 Giugno 2011, come da programma che alleghiamo qui sotto. A.S.C.I. - ESPLORATORI E GUIDE D'ITALIA è lieta infine di mettere a disposizione dell'intendenza le altre basi scout associative di Iseo, di Passignano Sul Trasimeno e presso la base scout sarda, retta dal nostro Presidente Pietro Murtas.
Divulghiamo un po' di materiale, come richiestoci dall'amico Giampiero Giacomel. Nelle varie pattuglie sono già presenti dei collaboratori di A.S.C.I. - ESPLORATORI E GUIDE D'ITALIA a cui se ne stanno aggiungendo anche degli altri.
Ecco qui sotto la lettera di convocazione della seconda riunione:
Carissimi,
come noto il
25/26 giugno a Ripatransone (AP) si terrà la nostra seconda riunione di Pattuglia Italia per l'organizzazione e il coordinamento del contingente italiano all'Africa jamboree 2012. Durante tale incontro presenteremo e verificheremo il lavoro delle pattuglie che sono state attivate e che stanno lavorando in specifici ambiti per garantire un alto livello a tutto il contingente. Chiunque potrà aderire liberamente a una qualsiasi delle pattuglie semplicemente scrivendo a me il proprio interesse. E' fondamentale aderire ai lavori di una qualsiasi pattuglia prima dell'incontro del 25/26 giugno.

Le pattuglie oggi operative sono:
- Pattuglia di promozione (rapporto con i media, raccolta fondi, ricerca patrocini, ecc.);
- Pattuglia design (creazione di video, loghi, brochure, ecc);
- Pattuglia cultura (mediazione culturale italia/Africa, collaborazione tra associazioni, ecc);
- Pattuglia logistica (materiali, organizzazione, voli, trasporti, ecc).
- Pattuglia medica (solo persone professionalmente competenti).

Per ogni informazione, chiarimento sul lavoro delle pattuglie e per partecipare alle stesse scrivete all'indirizzo capoclan2004@yahoo.it

volantino

Inoltre per promuovere meglio l'evento date una risposta a questo link:
http://www.facebook.com/event.php?eid=124473750961784


Africa Jamboree (pdf)

Programma (doc)


Solo Dio


Solo Dio conosce esattamente quello che è nel tuo cuore...la profondità dei tuoi pensieri...solo Dio può capire i tuoi momenti difficili,dove la debolezza sembra prendere il sopravvento, dove la delusione più profonda ti porta a diffidare di tutto e tutti; solo Dio conosce la solitudine, il vuoto che sembra essere nel tuo cuore, quando ti sembra di urlare in mezzo alla gente e non essere sentita da nessuno;solo Dio comprende quel tuo silenzio che vuol dire tanto,molto di più...solo Dio può rispondere ai i tuoi perché.... solo Dio ti capisce profondamente anche quando tu stessa non ti capisci, quando tutto sembra scorrere, scivolare davanti ai tuoi occhi e la tua incapacità di riuscire fermare ogni cosa; solo Dio sa come tirarti fuori da tutto ciò... solo... se tu lo vuoi.... alza gli occhi al cielo... proprio adesso che tutto ti sembra perduto... proprio adesso che non vedi nessuna soluzione, nessuna via d'uscita... proprio adesso che hai toccato il fondo e non trovi nessuno accanto a te capace di tirarti su...Dio vuole aiutarti... SOLO DIO TI AMA DI UN AMORE SINCERO, VERO E PURO... SOLO CRISTO GESÙ PUÒ!!!

mercoledì 1 giugno 2011

Il nostro blog, da oggi, è a impatto zero!

Offerte online amiche dell'ambiente


Pianta un albero!


A breve, grazie all'iniziativa "Carbon Neutral", un albero verrà
piantato a nome ed in rappresentanza del nostro blog a Göritz, presso Coswig (regione di Saxony-Anhalt), dove è in
corso un progetto abbastanza importante di http://www.iplantatree.org
con la piantagione di 27,000 alberi su 3,4 ettari. L'area è un terreno
soggetto a forestazione per la prima volta e si trova sulla strada
B107, sulla destra appena prima di arrivare appunto al piccolo
villaggio di Göritz.
Per maggiori dettagli sul progetto, la scelta delle piante e
l'ecosistema in cui si inserisce, visita
http://www.iplantatree.org/project/7
Per aderire all'iniziativa
http://www.doveconviene.it/co2neutral
http://catania1asci.blogspot.com/



Se volete continuare a scrivere sui vostri blog senza inquinare l’ambiente una soluzione c'è, a costo e impatto zero!
Carbon Neutral è un’iniziativa nata dalla collaborazione tra doveconviene.it e iplantatree.org e consiste nel piantare un albero in modo da neutralizzare le emissioni nel proprio blog per 50 anni.
Ma in che senso piantare un albero?
Aderendo all’iniziativa il sito provvederà a piantare un albero per noi
Scopri come aderire e avere maggiori informazioni sulla pagina di Carbon Neutral!!
Aiutiamo il mondo anche noi nel nostro piccolo ^_^


Un albero neutralizza le emissioni di CO2 del vostro blog, per 50 anni! Il vostro blog produce almeno 3,6kg di CO2 l’anno, un albero ne elimina 5 e vive in media 50 anni! Aiutandoli a piantarne uno, insomma, si può continuare a scrivere ecologicamente sul blog per il prossimo mezzo secolo!
Dove pianteranno gli alberi?
Doveconviene.it pianta con voi e il vostro blog degli alberi in partnership con www.iplantatree.org, iniziativa ecologica tedesca che ha già realizzato opere di riforestazione in diverse aree.

Si ringrazia:

Doveconviene.it
che raccoglie i volantini della maggior parte delle catene commerciali (Mediaworld, Unieuro, Ikea solo per citarne alcune), in modo che gli utenti possano sfogliare i volantini e confrontare le offerte in un unico luogo prima di fare acquisti.

I volantini sono divisi per categoria: elettronica, supermercati, discount, bricolage, arredamento, abbigliamento e viaggi.
Per ogni catena, oltre al volantino in validità, vengono visualizzate quali sono le filiali più vicine a casa, complete di orari di apertura, ad esempio:
http://www.doveconviene.it/catena/expert - Volantino Expert
http://www.doveconviene.it/catena/unieuro - Volantino Unieuro
http://www.doveconviene.it/catena/lidl - Volantino Lidl
http://www.doveconviene.it/catena/leroy-merlin - Volantino Leroy Merlin
http://www.doveconviene.it/catena/ikea - Volantino Ikea
Inoltre iscrivendosi al servizio di Shopping @lert si può ricevere una email di notifica gratuita ogni volta che viene pubblicato un nuovo volantino vicino a casa, per la categoria merceologica di interesse... pensate a quanta carta verrebbe risparmiata!

mercoledì 20 aprile 2011

Ai Capi e alle Capo Scout : non abbiate paura!




Di Monsignor Benoît Rivière, Vescovo di Autun, lupetto, (rangers, pionnier, e poi capo rangers per 6 anni degli Scouts de France)

(Traduzione dal francese di Lucia Egua, dal sito web “ma vocation.org” http://www.mavocation.org/actualite-eglise-catholique-paris/evenements-passes-du-diocese/aux-chefs-et-aux-cheftaines/)


Hai scelto di donarti gratuitamente per aiutare i più piccoli a crescere nello scautismo.
Hai scoperto che i ragazzi e le ragazze che i genitori ti affidano, proiettano delle volte su di te e sull’associazione della quale fai parte, sacerdoti compresi, uno sguardo di ammirazione e cercano di imitarti.

La communion © esprit-photo.com - 100 ans du scoutismeNon avere paura! Puoi essere un esempio per i più piccoli, nonostante le tue debolezze; i giovani hanno fiducia in te e in te vedono l’adulto che vorrebbero diventare. Pensa a Giovanni Battista e non crederti il Messia! Non devi far mai arrestare il loro sguardo su di te, ma devi far scoprire ai giovani Cristo.

Come Capo, non cercare di farti servire e di essere elogiato. Piuttosto devi voler servire, che significa essere utile a coloro che sono sotto la tua responsabilità di Capo Scout.
Conosci il metodo scout,
che è un cammino evangelico di progressione e d’impegno.
Anche tu devi vivere secondo i grandi principi dello scautismo. Ma quali sono le grandi intuizioni del fondatore dello scautismo, sulle quali puoi far affidamento nel tuo servizio ai più piccoli, facendo, allo stesso tempo, nascere la loro vocazione personale?

Gli aspetti dello scautismo che mi sembrano particolarmente adatti a far nascere nei ragazzi la vocazione e a fornire loro una prima risposta, sono tre. Con dei metodi pedagogici appropriati per ciascuna età, lo scautismo stimola e sviluppa nei bambini e negli adolescenti, la capacità di osservazione e di ascolto. L’osservazione attenta della realtà della natura e l’ascolto attivo di quello che viene chiesto, sono delle qualità importanti per lo sviluppo armonioso della libertà. Come si può rispondere un vero “sì” senza una presenza riconciliante con se stessi e con gli altri?

Un secondo aspetto è l’importanza delle responsabilità affidata in ogni tappa della progressione personale scout. Dal lupetto all’esploratore fino ad arrivare al rover, dalla coccinella alla guida, ogni ragazzo e ogni ragazza si vede affidata una responsabilità proporzionata alla sua età, rivolta in particolare ai più piccoli. E quando un ragazzo diventa il fratello o la sorella maggiore di una altro ragazzo, succede questo: egli scopre il germoglio di quella che sarà più tardi la paternità o la maternità, compresa quella spirituale. Perché il Capo o la Capo Squadriglia, l’Assistente, il Capo o la Capo Scout non si impegnano soltanto con le loro azioni o con le loro parole autorevoli a far crescere gli altri nelle loro attitudini specifiche a conoscere e a giocare; si tratta anche di un allenamento nella fede quando, per esempio, propongono un momento di preghiera o di riflessione.

Fin da piccoli, nello scautismo, si impara a servire gli altri in tutte le dimensioni della loro personalità creata a immagine e somiglianza di Dio.

Infine bisogna ricordare il terzo aspetto: l’ambiente dello scautismo.

Si tratta di un ambiente educativo integrale della persona umana. È un mezzo che favorisce e genera degli scambi veri nei quali, come dicono i ragazzi, “non ci si mette dei problemi (non ci si arrovella)”. Quante discussioni semplici e vere si sono sviluppate durante la strada, durante il tempo libero o la sera attorno al fuoco! Mi ricordo, durante un campo estivo a Corrèze, di essermi confidato con l’assistente scout del clan 89 esimo di Parigi esprimendoli il mio desiderio di diventare sacerdote. Tu che sei Capo, fai in modo che il dialogo con i ragazzi venga riportato dalla vita scout su un piano concreto, in modo che non restino soltanto parole in aria, ma che si instauri un dialogo vero e responsabile che fa assumere in maniera progressiva al bambino già la libertà dell’adulto.

martedì 19 aprile 2011

LA LEGGENDA DEL BAMBU’

C’era una volta un bellissimo e meraviglioso giardino. Era situato a ovest del paese, in mezzo al grande regno. Il Signore di questo giardino aveva l’abitudine di farvi una passeggiata ogni giorno, quando il caldo della giornata era più forte.
C’era in questo giardino un bambù di aspetto nobile. Era il più bello di tutti gli alberi del giardino e il Signore amava questo bambù più di tutte le altre piante. Anno dopo anno, questo bambù cresceva e diventava sempre più bello e più grazioso. Il bambù sapeva bene che il Signore lo amava e ne godeva.
Un bel giorno il Signore si avvicinò al suo albero amato e l’albero, in grande venerazione, chinò la sua testa: Il Signore gli disse: “Caro bambù, ho bisogno di te”. Sembrò al bambù che fosse venuto il giorno di tutti i giorno, il giorno per cui era nato. Con grande gioia ma a bassa voce il bambù rispose: “Oh Signore, sono pronto: Fa di me l’uso che vuoi!”.
“Bambù – la voce del Signore era addolorata – per usarti devo abbatterti”; il bambù fu spaventato, molto spaventato: “Abbattere me, Signore, che hai fatto diventare il più bel albero di tutto il giardino? No, per favore, no! Usami per la tua gioia, Signore, ma, per favore, non abbattermi”:
“Mio caro bambù – disse il Signore, e la sua voce era più triste – se non posso abbatterti, non posso usarti”.
Nel giardino ci fu allora un grande silenzio. Il vento non tirava più, gli uccelli non cantavano più. Lentamente, molto lentamente, il bambù chinò ancora di più la sua testa meravigliosa. Poi sussurrò: “Signore, se non puoi usarmi senza abbattermi, fa di me quello che vuoi e abbattimi”.
“Mio caro bambù – disse di nuovo il Signore – non devo solo abbatterti, ma anche tagliarti le foglie ed i rami”. “Oh Signore – disse il bambù – non farmi questo: lasciami almeno le foglie e i miei rami”. “Se non posso tagliarli, non posso usarti”.
Allora il sole si nascose e gli uccelli ansiosi volarono via, il bambù tremò e disse, appena udibile: “Signore, tagliali!”
“Mio caro bambù, devo farti ancora di più. Devo spaccarti in due e strapparti il cuore. Se non posso farti questo non posso usarti”. Il bambù non poté più parlare. Si chinò a terra.
Così il Signore del giardino abbatté il bambù, taglio i rami, levò le foglie, lo spaccò in due e ne estirpò il cuore. Poi portò il bambù alla fonte di acqua fresca vicino ai suoi campi inariditi. Là, delicatamente, il Signore dispose l’amato bambù a terra: un’estremità del tronco la collegò alla fonte; l’altra la diresse verso il campo arido. La fonte dava acqua, l’acqua si riversava sul campo che aveva tanto aspettato. Poi fu piantato il riso, i giorni passarono, la semenza crebbe e il tempo della raccolta venne.
Così il meraviglioso bambù divenne realmente una grande benedizione in tutta la sua povertà e umiltà.
Quando era ancora grande e bello e grazioso, viveva e cresceva soltanto per se stesso e amava la propria bellezza. Al contrario ora, nella sua condizione di povertà, era divenuto un canale, che il Signore usava per rendere fecondo il suo regno.

mercoledì 2 marzo 2011

Essere Capi Scout oggi, ha ancora senso?

Siamo in piena emergenza educativa. Ce lo sentiamo ripetere da tempo e da tutti i lati, ma ci siamo chiesti cosa significa veramente? Nella prolusione all’assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana del 25-29 maggio 2009 il card. Angelo Bagnasco ha ricordato come numerosi genitori ed insegnanti, ritenendo praticamente impossibile l’opera di educazione, vi rinunciano in partenza, assumendo atteggiamenti di rinuncia, alle volte non dichiarati ma effettivamente percepibili. Per molti adulti sembra già un risultato soddisfacente riuscire a trasmettere le nozioni di base del galateo o, in ambito scolastico, le nozioni fondamentali delle singole materie di studio.
Ma l’educazione è molto di più che istruzione. Educare significa risvegliarsi dal torpore che oggi ci stordisce per nutrire quell’uomo e quella donna, capaci di scegliere, in modo da alimentare un processo di crescita interiore mai finito.
Fare il capo scout oggi significa avere il coraggio di fare delle scelte importanti, chiare controcorrente per testimoniarle nella quotidianità per dare un grande segno di cosa significa libertà evitando di diventare schiavi di noi stessi spegnendo gli ideali. Ma significa anche la possibilità di cogliere il senso pieno dell’amore, che è dare, donare ogni giorno la propria vita per gli altri.
“Siamo qui perché abbiamo ricevuto una chiamata”. Con questa forte affermazione sono stato salutato all’arrivo di uno dei tanti campi di formazione a cui ho partecipato. Una chiamata che ci ricorda quella di Gesù fatta ai discepoli, per far prendere coscienza di come si deve essere in un mondo difficile, oscuro e ostile. E’ per questo che per noi capi, e per tutti noi adulti, oggi la sfida sembra più difficile, ma noi non ci tiriamo indietro: siamo qua per dare la nostra testimonianza e il nostro contributo consapevole.
Il sapore della vita è il mosto di tre grappoli: coraggio, libertà e amore. Non c’è libertà senza coraggio, non c’è amore senza libertà. E amore, libertà e coraggio sono la terra di Dio, sono il senso della croce, sono la patria di ogni vita vera.
Essere capo scout oggi significa scegliere liberamente e con coraggio di testimoniare l’amore di Dio, educando con competenza, responsabilità e coerenza.

martedì 8 febbraio 2011

ROUTE DI SOVIORE DI PASQUA


Rimettiamo subito questa mail pervenutaci già da qualche giorno, ma non potuta pubblicare per motivi tecnici.
Solo chi ha veramente fatto questa bellissima route può comprenderne l'essenza, la storia e l'importanza. Chi non l'ha fatta, può solamente immaginarla. GIUNGLASILENTE ha già inviato tutti i suoi membri a questa bellissima route, che pubbliciziamo volentieri.


"Cari amici,

vi scrivo a nome della Comunità Scout di Soviore. Questa non è un'associazione, ma una comunità nata con l'intento di creare un ambiente di confronto tra scout e che, negli anni successivi alla sua nascita, ha contribuito alla creazione del Centro Studi Baden-Powell.


Al momento dello scioglimento delle prime due associazioni scout (AGI e ASCI) la Comunità non si è evoluta in alcuna associazione, ma ha mantenuto un valore interassociativo e si è ulteriormente aperta alle associazioni di tradizione laico-pluralista.


I suoi membri sono quindi di associazioni diverse, con uniformi e origini diverse, ma i cui modi appartengono alla comune ricerca di uno scautismo senza sconti, alla Legge Scout vissuta con ostinato rigore.

Come ogni anno vi proponiamo la Route di Pasqua; una Route di Spiritualità con momenti di cammino, di catechesi, di preghiera, di confronto e, in pieno stile scout, di allegria e gioia!

L'incontro è aperto a scouts di ogni Associazione, a scouts che hanno, per così dire "appeso il fazzolettone al chiodo", a tutti coloro che vivono lo scoutismo di riflesso, come compagni o amici di scouts, e anche a chi non è uno scout, ma accetta di condividere con noi questa esperienza senza concedersi sconti.

Per favorire il confronto le unità di provenienza saranno sciolte; verranno create nuove unità di formazione che rispetteranno le tappe del cammino scout (noviziati maschili e femminili, clan e fuochi) e saranno guidate da un capo che sarà scelto tra gli adulti disponibili. Gli adulti che non saranno chiamati alla guida delle unità di formazione saranno riuniti in Compagnie.

L'evento si svolgerà nella splendida cornice del Parco Nazionale delle Cinque Terre nei giorni del Triduo Pasquale: l'inizio è per la serata del 20 aprile presso il Santuario di Montenero a Riomaggiore (SP) e la conclusione, con la veglia pasquale, al Santuario di Soviore a Monterosso (SP).

Al termine della veglia si è liberi di partire subito o di fermarsi una ulteriore notte al santuario, per ripartire poi la mattina successiva.

Per ulteriori informazioni, potete consultare il programma in allegato, eventuali aggiornamenti saranno pubblicati su www.levanto.com/pasqua o scrivere ad alice.raneri@gmail.com

Per info sulla Comunità Scout di Soviore: www.scoutsoviore.altervista.org

Nella speranza di poter camminare presto insieme, vi auguriamo un fraterno Buona Strada!

Alice - Capo Campo "

giovedì 13 gennaio 2011

Domus mea domus orationis

(articolo tratto da www.papanews.it)

di Baronio

CITTA’ DEL VATICANO - Pur senza aver meritato l'onore della cronaca nazionale, su alcuni siti è apparsa una notizia che ha destato non poco stupore, più che altro per la sua brutale banalità. Alcuni giorni or sono, un rifugiato politico di origine somala ha ballato sull'altar maggiore del Duomo di Firenze, accennando con spavalderia alcuni passi di break-dance. Buon senso vorrebbe che un rifugiato, transfuga da remote plaghe in cui sono conculcati i diritti umani, cerchi di rispettare il popolo che lo accoglie, la sua cultura, la sua Fede: se non per convinzione, almeno per opportunismo. Ma queste sono considerazioni che ci meriterebbero lo scherno dei benpensanti di oggi. La disinvoltura del profanatore - e presumibilmente l'assenza di una punzione conseguente a questo gesto - è stata colta con enfasi dai soliti professionisti dell'indignatio: alcuni hanno gridato al sacrilegio, altri hanno deplorato la disparità di trattamento tra gli atti vandalici perpetrati nei luoghi di culto cattolici e quelli che hanno luogo nelle sinagoghe o nelle moschee. Ci permettiamo di esprimere qualche perplessità, forse perché nostro malgrado ci stiamo abituando al moltiplicarsi di sacrilegi e profanazioni. La nostra perplessità ci viene dalla considerazione del clima culturale in cui questi episodi maturano, e dalla reazione che essi suscitano. E, senza nulla togliere alle geremiadi degli zelatori del tempio, ci piacerebbe far presente che è difficile inculcare il rispetto per le cose sante, laddove questo rispetto non traspaia anzitutto in coloro che dovrebbero essere addetti al servizio dell'altare. Guardando il video, si vede una specie di tavolo marmoreo privo di tovaglia, di candelieri, di Croce, di paliotto. E non si tratta dell'altare nudo e spoglio del Venerdì Santo, ma nientemeno che dell'altar maggiore della Basilica Cattedrale di Firenze in un normalissimo giorno dell'anno. L'antico altare, che nel progetto originale faceva tutt'uno con il Crocifisso di Benedetto da Maiano, fu spostato in epoca montiniana al centro del presbiterio, e tra questo e quello fu eretta la sede del celebrante. Non una lampada ardente, non un fiore, non un tappeto. I chierici che vi passano davanti accennano di malavoglia un inchino, spesso lo omettono per fretta o per non apparire troppo cerimoniosi. La Cattedrale di Santa Maria in Fiore fagocita quotidianamente migliaia di orridi turisti malvestiti, gentaglia che parla sguaiatamente idiomi oscuri come se fosse nella piazza del mercato, straccioni con la gomma da masticare, la fotocamera e le infradito: una babele di ignoranti e ineducati che trascinano i piedi cercando l'ascensore per salire sulla cupola, pagando l'obolo alla Reverenda Fabbrica del Duomo. Non minore irriverenza si può vedere a San Marco a Venezia, o in San Pietro a Roma; ancor peggiore è la costante stransumanza nella Cappella Sistina, talmente straripante di turisti da appestarne l'aria peggio che in una stalla. Spelunca latronum con visita guidata. Per un seguace della Mezzaluna sarebbe difficile credere che i Cattolici possano tributare così scarso onore all'altare su cui si celebra il Santo Sacrificio e potrebbe facilmente chiederci perché i nostri sacerdoti trascurano in questo modo il Santo dei Santi, e come possiamo sperare che egli riconosca la verità della Rivelazione Divina, se certi ministri del Dio dei Cristiani sembrano più solleciti verso il proprio cellulare che per il Santissimo Sacramento. Forse troverebbe qualche progressista che non esiterebbe a raccomandargli di rimanere nell'Islam, in nome del dialogo ecumenico e farneticando di presunti germi della salvezza presenti nelle altre religioni. Peccato che la Chiesa possegga in toto la salvezza, e alle altre religioni rimangano solo i germi... In un tale contesto, non stupisce che un selvaggio tra i tanti possa ritenersi autorizzato a dare spettacolo, venendo interrotto da un custode solo dopo alcuni minuti di penoso cimento coreutico. Quel che lascia allibiti non è l'empito sacrilego, la furia iconoclasta, la rabbia satanica: è l'assoluta noncuranza e la persuasione che in una Chiesa cattolica si possa salire indisturbati su un altare a calpestare quel che di più santo vi è nell'edificio sacro. D'altra parte, le danze scomposte non sono appannaggio degli esagitati o degli esibizionisti, ma paiono esser entrate a far parte a pieno titolo dei vari ad libitum della liturgia riformata, dalla Basilica Vaticana alle meno importanti ma non meno degne Cattedrali di tutto il mondo. A Milano, sotto lo sguardo compiaciuto dell'ecumenico Arcivescovo Tettamanzi, le danze tribali sono elemento integrante del pontificale dell'Epifania, così come lo furono dei pontificali di Giovanni Paolo II e del suo Maestro delle Celebrazioni, le discinte performances di figuranti di colore all'epoca del Giubileo. E come dimenticare i democratici bivacchi nel tempio, tanto cari ai corifei del populismo cattocomunista? Madri che cambiano il pannolino ai loro mocciosi sui banchi delle navate; vecchie intente a rimestar la zuppa in calderoni approntati sulle balaustre; uomini che fanno il pediluvio o prendono la doccia nelle cappelle laterali; coppie che cercano intimità nei confessionali... Tutte cose che, com'è noto, mandano in sollucchero certi ecclesiastici à la pagema che non ispirano certo il santo timor di Dio ed il rispetto per la Sua dimora. Ma mentre l'episodio fiorentino rimane una deplorevole eccezione, altre profanazioni non meritano nemmeno un trafiletto nella cronaca locale. Il minus habens che ha creduto di fare una bravata è l'ultima tessera di un domino che ormai ha trascinato con sé il senso del sacro, dopo aver fatto delle Chiese, sale da concerto, luoghi di comizio o templi in cui eretici e adoratori degli idoli possono sentirsi a casa propria a sgozzar polli o ad offendere l'Altissimo con i loro riti blasfemi. Duole ricordare che i primi artefici della temperie in cui si sviluppano simili episodi non siano gli empi - dai quali è logico attendersi irrisione e sacrilegi -, ma proprio coloro cui è affidata la custodia delle cose sante, per i quali il mondo ed il suo Principe hanno evidentemente maggiorappeal di Colui che non esitò ad intrecciare una frusta di corda per scacciare i mercanti dal tempio. Quelli si limitavano a vendere colombe e tortore per i sacrifici dell'Antica Legge, questi mercanteggiano le verità della Nuova Allenza in nome dell'ecumenismo o le tacciono colpevolmente per compiacere il secolo. Et vos fecistis eam speluncam latronum.

venerdì 10 dicembre 2010

Perché essere Capi


da Estote Parati, (rivista dei capi ASCI) 1958, n.25 (*)


Responsabilità di esserlo

di Mario Quintiliani

La coerenza che deve essere una delle qualità specifiche dell’Uomo,la prima edizione de "il Libro dei Capi" di B.-P. impone a colui che si impegna in una missione o segue una vocazione, di proporsi la do­manda fondamentale che scaturisce dalla sua scelta.

Nel caso dell’uomo che si dedica all’educazione dei ragazzi per mezzo dell’integrale applicazione del Metodo scout, la domanda è di ragione assoluta.

Perché essere Capi e, in particolare, perché Capi Riparto?

Per chi da molti anni si interessa alla formazione dei ragazzi attraverso lo scautismo, la domanda non è nuova. Sicuramente, in altre circostanze, nei mo­menti in cui, accantonando i sogni e le fantasie della prima giovinezza, abbiamo orientato la nostra vita futura, nel porci domande analoghe, abbiamo giustificato a noi stessi il tempo usato ed il lavoro fatto per essere Scout-Master.

L’essere entrati nel Grande Gioco ed aver vissuto le belle avventure all’aria aperta durante la nostra adolescenza, ha indubbiamente favorito il nascere spon­taneo del desiderio di continuare nella vita scout attivamente; e quando l’entu­siasmo ha dovuto cedere all’attenta riflessione e da ragazzi siamo divenuti giovani, allora abbiamo scelto di SERVIRE.

Non la sete del comando, non la vanagloria di distintivi e decorazioni, foto Scouts d'Europanon l’ambizione personale; ma l’aspirazione di guidare altri ragazzi sui sentieri trac­ciati da Baden - Powell ci ha deciso ai primi esperimenti, a fianco di Capi che abbiamo ammirato con la naturale e genuina mentalità di ragazzi qualunque che avevano trovato il loro «eroe».

Tentativi e ricerche, successi ed insuccessi, esperienze nuove, letture, corsi capi, campi scuola e l’azione formativa costante esercitata su di noi dalla «fun­zione» e dalla «responsabilità» di Capi, hanno fatto germogliare lentamente il significato vero e la risposta esatta all’interrogativo che, con il passare del tem­po, andavamo ponendoci sempre con maggiore urgenza.

Ed ecco finalmente la chiarezza!

Nel silenzio raccolto del ritiro spirituale, mentre il pensiero si astrae dalla materia che è in noi e che ci circonda il cuore, questo muscolo, prezioso motore di vita che descrive concretamente, anche nell’essere più simile ad una fredda calcolatrice, le variazioni del nostro modo di sentire, dà un tonfo: nella pre­ghiera a Dio abbiamo trovato la risposta.

Siamo Capi per servire Iddio nei ragazzi

Questo pensiero domina la nostra azione che si estrinseca nel formarli ed educarli per mezzo dello Scautismo.

Siamo Capi per essere apostoli, per collaborare con la Chiesa alla edifica­zione delle anime nel campo specifico del nostro apostolato.

Siamo Capi per servire la Patria, nel preparare individualmente, attraverso una scuola di responsabilità e di autodisciplina, gli elementi della futura società nazionale.

Siamo Capi per educare i nostri ragazzi al servizio del prossimo e per ser­virlo noi stessi, direttamente ed indirettamente attraverso di essi, allenandoli ad un giuoco di osservazione e deduzione affinché siano vigili, attenti e pronti a prevenirne le necessità.

Infine siamo Capi nella Branca Esploratori per cosciente stima del Metodo, per aver valutato le nostre possibilità e capacità relativamente alle altre due Branche, per onestà di formazione, per adattabilità alla mentalità ed alla psi­cologia particolare dei ragazzi nella età dai 12 ai 17disegno di P.Joubert anni.

Vivere la Legge. E’ questa la prima condizione per essere Scout-Master.

Il Capo è un adulto che affianca il ragazzo e lo accompagna sul sentiero dello Scautismo, ne plasma il carattere, la volontà e le altre qualità morali e fisiche, ne indirizza a buon fine gli stessi difetti, e in collaborazione con il ra­gazzo stesso.

Egli deve servire Dio, la Patria, il Prossimo e vivere la Legge scout perché è a lui che il ragazzo guarderà con ammirazione, elevandolo, nella sua fantasia, al rango di «eroe» e imitandolo.

L’esempio che egli darà svolgerà una funzione determinante nella formazione ed educazione del ragazzo scout.

Grande è la responsabilità assunta dal Capo nello scautismo; ma altrettanto sublime è la nobiltà della sua missione.

L’educazione è attributo precipuo della paternità e il Capo scout che si viene ad inserire nella funzione educativa propria dei genitori, deve essere altamente cosciente dei suoi «doveri».

La Chiesa, maestra degli insegnamenti di Cristo, affianca allo Scout-Master, nello scautismo cattolico, il Sacerdote, Assistente Ecclesiastico, coordinando la azione Capo-Assistente con legami strettissimi. Il Capo diviene quindi strumento attivo per la formazione spirituale del ragazzo.

Per cui quello che viene definito alcune volte il bel «mestiere» del Capo, nel senso dell’opera artigiana del modellare, assurge al grado di missione nobile di apostolato e di educazione poiché il Capo si innesta nei due organismi predo­minanti nella vita dell’uomo.

Rendere migliori I ragazzi aiutandoli a vivere la Legge; rendere migliore la società immettendovi dei leali ed onesti cittadini, pronti e preparati a servire; costruire delle coscienze e temprare gli spiriti ed i corpi alle prove della vita, per innalzare, su di una solida base umana, quei templi della Santissima Trinità che sono le anime; ecco quali sono gli scopi dell’opera del Capo che fanno in­travedere la nobiltà della sua missione e le sue responsabilità.

* * *

Proprio perché nello scautismo essere Capo è una missione; proprio per­ché questa missione è altamente nobile, il Capo deve rendersi degno del ruolo al quale il Signore lo ha chiamato e al quale egli ha liberamente aderito.

Più di qualsiasi altro educatore lo Scout-Master deve concentrare ogni sua forza nella sua formazione e nella sua preparazione.

Sul piano spirituale, egli avrà una vera vita di pietà e sarà Capo con umiltà di cuore.

Sul piano morale, le virtù naturali della Legge scout e la fierezza del suo scautismo vissuto lo faranno degno della sua missione. Rep. Guide "Dama del Lago"

Affondando le radici del suo geniale metodo nella psicologia del ragazzo adolescente, B.-P. ha fatto germinare quelle piante rigogliose di frutti che sono i mezzi pratici della tecnica scout. E quindi oltre ad una adeguata preparazione sul piano pedagogico (poiché egli come educatore deve conoscere la psicologia e la fisiologia del ragazzo), oltre al Metodo, il Capo deve essere maestro sul piano tecnico dovendo affrontare un giudice ben severo: il ragazzo stesso.

La preghiera costante, fiduciosa e generosa gli darà la forza per compiere il dovere di educatore che si è imposto.

L’assiduità ai Sacramenti gli permetterà di aumentare quella Grazia di cui il Signore gli sarà largo per la fecondità della sua opera.

La confidenza con il suo Assistente Ecclesiastico e con il suo Direttore Spi­rituale, gli consentirà di penetrare con la sua azione le anime dei suoi ragazzi per travasarvi quei tesori spirituali che egli avrà accumulato e che sgorgheranno da lui, unito con Dio, senza fine.

Sono in definitiva queste le condizioni essenziali per poter essere Capo nello scautismo cattolico e senza dl queste o si costruirà sulla sabbia o si distruggerà

Mario Quintiliani

(*) Titolo originario: "Perché essere capi riparto. Responsabilità di esserlo". Nel riproporre questo articolo apparso sulla rivista dei capi dell'ASCI (Associazione scouts cattolici italiani, 1916 - 1974), nel titolo si è preferita l'indicazione generica di capi, piuttosto che quella di capi riparto, in quanto le utili riflessioni ci paiono opportune per tutti coloro che sono capi nello scautismo, al di là delle specifiche branche.